La grotta di San Michele a Monte Sant’Angelo è un particolare luogo di culto dedicato all’Arcangelo che, si racconta, apparve qui per la prima volta nel 490. É il più antico Santuario dedicato al Principe degli Angeli ed è sempre stato luogo di pellegrinaggio per la cristianità. Oggi infatti, rientra tra i siti Patrimonio dell’Umanità riconosciuti dall’UNESCO. Sul Gargano, intorno alla grotta dove apparve San Michele sorge l’antico Santuario. La grotta doveva essere stata precedentemente usata come luogo di culto anche per le religioni pagane, tanto che il Vescovo tra il V e il VI, ancora lottava per estirparlo. Poi ci furono le prime tre apparizioni di San Michele Arcangelo e la Grotta divenne la meta di pellegrinaggio nota, come oggi la conosciamo.

Come è cambiata nei secoli la grotta di San Michele a Monte Sant’Angelo
Un tempo l’accesso alla grotta era più impervio di come lo conosciamo oggi. Al Santuario si accedeva salendo dalla valle, detta di “Carbonara”. Bisognava passare attraverso un porticato e risalire una galleria che portava fin dentro la grotta. All’epoca, San Michele era venerato anche come guaritore dalle malattie e, nella caverna, c’era acqua che stillava dalle rocce, ritenuta miracolosa. In epoca Longobarda il Santuario assunse particolare importanza, essendo San Michele una figura militare, consona al popolo longobardo. Grazie a questo, il Santuario fu ampliato e decorato, attraendo sempre più fedeli, anche dal Nord Europa, tanto che al suo interno ci sono anche iscrizioni in carattere runico.
Durante le incursioni saracene, il Santuario fu fortemente danneggiato. Allora l’Imperatore Ludovico lo fece restaurare e decorare. Ancora sono visibili gli affreschi del periodo, gli archi e i pilastri della scalinata monumentale che conduceva all’altare “delle Impronte”. Tornarono i Bizantini, poi i Normanni e gli Angioini. Ognuno contribuì alla bellezza artistica, storica e religiosa del Santuario. Addirittura, Federico II, pentito del saccheggio della Grotta, donò al Santuario un pezzo della Santa Croce. A Carlo d’Angiò si deve l’attuale sistemazione del Santuario, mentre in età moderna prese forma il piazzale. Nel 1872 la basilica divenne cappella palatina. A concludere il ciclo di vicende che hanno reso grande luogo di culto la basilica, arriva la nomina a “Basilica Celeste” un luogo dove è concesso il perdono angelico e l’indulgenza plenaria.
Il legame tra Monte Sant’Angelo e Mont Saint-Michel
Chi lo avrebbe mai detto, eppure la basilica pugliese e la famosa Abbazia di Mont Saint-MIchel sono strettamente collegate l’una con l’altra. Si racconta che l’Arcangelo Michele andò in sogno al vescovo di Avranches, località situata nel nord della Francia, e gli ordinò di costruire una chiesa sulla roccia, in suo onore. Il Vescovo costruì la prima chiesa in onore del Santo sull’isolotto di Mont Saint-Michel, ispirandosi proprio alla basilica di Monte Sant’Angelo, allora il luogo di culto dell’Angelo Guerriero più visitato al mondo.