I turisti che possono spendere amano l’Italia. Si tratta per l’80% di stranieri attratti dalla bellezza naturale e storico-artistica delle nostre città. Ma potrebbero amarla e venirci di più, se solo l’Italia investisse meglio sulle sue doti uniche.
È quanto è emerso al Mice Trade Show, l’evento di turismo multidisciplinare, patrocinato da Enit – Agenzia Nazionale del Turismo, che ha radunato nei giorni scorsi a Venezia oltre 150 tra i buyer più attivi al mondo. Il turismo in Italia vale circa 25 miliardi ma ha le potenzialità per fare molto di più. Quarta in Europa nel turismo di lusso, dopo Gran Bretagna, Francia e Spagna, potrebbe ambire alla leadership globale, arrivando a un fatturato di circa 90-110 miliardi.
Il turista che non bada al portafogli spende, a viaggio, circa 5mila euro (9 volte più della media) e per ogni euro speso in ospitalità ne sborsa altri tre sul territorio. Il turismo di lusso, con 10mila posti di lavoro diretti e fino a un milione di quelli indiretti, è una nicchia d’eccellenza. Con meno dell’1% di strutture ricettive coinvolte, ha generato il 15% del giro d’affari dell’ospitalità totale.

Europa e Italia potrebbero fare meglio
In Europa il turismo d’alta gamma, pur interessando solo il 2% di strutture ricettive, rappresenta il 21-24% del turismo complessivo e vale 130-170 miliardi. I numeri sono alti anche per i posti di lavoro: 12 milioni quelli diretti, 22 milioni compresi quelli indiretti.
Secondo l’European Cultural and Creative Industries Alliance (Eccia), rafforzando le strategie per attrarre i turisti che scelgono altre destinazioni, il valore del turismo di lusso in Europa potrebbe triplicare fino a raggiungere 520 miliardi entro il 2030-2035.
“L’Italia è prima in Europa per numero di camere d’albergo e terza al mondo – sostiene Giancarlo Leporatti, CEO di Eureka Mice International, azienda organizzatrice del Mice Trade Show – ma nonostante questo gli hotel italiani registrano performance peggiori”. Secondo il manager, il sistema turistico-ricettivo italiano non esprime appieno le sue potenzialità per problemi sistemici che non sono mai stati affrontati.
I nuovi trend del luxury tourism dopo la pandemia
Dopo la pandemia il turismo di massa è esploso in alta stagione, mentre il turismo d’alta fascia si è spostato sulla bassa stagione, preferendo destinazioni ‘crowd free’. Un trend salito al 78% contro il 48% del 2019.
Mete preferite della bassa stagione sono le città d’arte. Il segmento arte e cultura è passato dal 62% del 2019 al 74%. Cibo e vino si confermano attrattivi come sempre, mentre la domanda di Wellness cresce con il 66% rispetto al 44% del 2019. In aumento i luoghi immersi nella natura e le attività all’aria aperta. E una sorpresa per il ‘Bleisure Travel’, affermatosi con la pandemia. Il nuovo tipo di turismo, che combina viaggio di lavoro e di piacere, non è calato ma continua a crescere.